Il Natale festeggiato in una Mangiatoia o con un Amico con la Corona?

Il Natale festeggiato in una Mangiatoia o con un Amico con la Corona?

Non tutti riescono a farsi coinvolgere dalla magia del Natale. C’è chi ha vissuto queste festività con inadeguatezza, provando un malessere diffuso, tanta malinconia, tristezza e nostalgia.
Si chiama Christmas blues o depressione natalizia e quest’anno abbiamo rischiato di sperimentarlo un po’ tutti. Perché probabilmente le feste appena passate sono state diverse da tutte le altre, all’insegna del distanziamento sociale, del rigore e delle limitazioni, per uscire il prima possibile da questa pandemia. Un Natale con pochi cari intorno a sé, senza tavolate di amici e parenti, né brindisi fino a tardi. E ci sarà stato anche chi lo ha vissuto forzatamente da solo, accontentandosi di una video chat con i parenti lontani.

“Aver Provato a immergersi nella magia del Natale ai tempi del Covid sarà stata una vera sfida perché, chi più chi meno, abbiamo provato tutti la pandemic fatigue, la stanchezza pandemica che ci ha fatto sentire sfiduciati, confusi, nervosi e depressi”.
“E questo stato vitale di basse energie avrebbe potuto accentuare ancora di più la tendenza del Christmas Blues in ognuno di noi. Quindi a provarlo saranno state non solo quelle persone che normalmente soffrono il Natale, ma anche chi generalmente lo vive con grande motivazione e allegria”. È importante quindi non essersi fatto catturare da questa tristezza natalizia, che di solito svanisce con la fine delle feste, perché mai come ora è giusto celebrare per darsi una carica e una speranza che ci dia la spinta e la forza per arrivare fino alla fine del tunnel.
I motivi che attivano il Christmas Blues sono tutti collegati al fatto che il Natale è una cassa di risonanza di una serie di emozioni forti e profonde. Le feste rappresentano idealmente il momento legato alla famiglia ‘perfetta’, all’amore idilliaco e che funziona, alla condivisione, allo scambio, all’allegria. Una visione da film della vita, un modello idealizzato e poco reale, che però fa risuonare dentro di noi le personali e specifiche rappresentazioni di famiglia, di socialità e di amore. E questo ci porta a fare dei bilanci, creando un impetuoso confronto che può scatenare un senso di inadeguatezza, d’inferiorità e di sconforto, facendoci sentire tristi e malinconici. Inoltre questa emotività viene pure censurata perché a questo si aggiunge la felicità forzata del Natale a cui sembra obbligatorio allinearsi. Invece se ci si sente malinconici è giusto e normale esprimerlo, senza per forza cambiare umore solo perché lo dice il calendario”.

“In questo momento siamo stati tutti impossibilitati a vivere le festività natalizie come le desideriamo e le sperimentiamo di solito. Sono venuti a mancare riti e tradizioni che a Natale diamo per scontati: dallo shopping con le amiche ai cenoni con tanti parenti, ma anche le tavolate che riuniscono gli amici e tutti i baci e gli abbracci che ci scambiamo. Per cui non solo c’è questa dimensione idealizzata con la quale abbiamo fatto i conti, ma c’è stata anche la nostra esperienza positiva del Natale che quest’anno ci è stata impedita. La differenza rispetto al passato sta nel fatto che ognuno di noi ha dovuto riorganizzare l’esperienza natalizia, non solo in termini pratici ma anche emotivamente. Siamo stati costretti a fare una rivoluzione interiore, a riadattarci a delle regole nuove, non scelte, che ci hanno portato a fare tante rinunce e a rivedere le nostre abitudini.
Ecco 5 punti su cui involontariamente avete messo in atto.
1) Inventato una nuova tradizione. Intristirsi perché non ci è stato possibile sedere a tavola con 20 parenti e amici non ha cambiato le cose, anzi le ha peggiorate. Quindi per godere del Natale è importante non continuare a pensare qualcosa che non c’è, ma creare ex novo dei riti e delle tradizioni, inventandosi modi differenti per sentirsi vicini, anche se lontani. Rendiamo virtuosa questa mancanza creando nuove regole di un sistema familiare che sì, è ridotto, ma non per questo manca di calore, di amore, di affettività, di condivisione.

2) Prevenuto lo stress. Per metterti al riparo dalla nostalgia e dalla malinconia rispetto al ricordo del Natale passato, hai valutato quali sono state le ‘mancanze’ che durante le feste hanno potuto creare momenti di delusione e di sconforto. Anticipando la delusione dentro di te, hai lavorato per trovare delle soluzioni per colmare i vuoti. Un esempio? Se nessuno in famiglia è un abile cuoco e quest’anno non c’è stata la zia a preparare il pranzo di Natale, hai sfruttato il delivery per mangiare comunque quello che vi piace.

3) Tirato fuori la gratitudine. Questa è una grande occasione per aver vissuto un Natale più intimo, riscoprire la vera essenza di questa festa e in generale capire cosa conta davvero nella vita. È importante essere grati per le piccole cose, quelle che spesso diamo per scontate, perché mai come ora ci stiamo rendendo conto che ‘piccole’ non lo sono affatto. Avrai fatto quindi un elenco mentale di cose per le quali ti sei ritenuto fortunato; un esercizio che aiuta ad apprezzare il “qui e ora” e la bellezza di ogni momento.

4) Accolto le tue emozioni e indagate. Sentirti triste in un periodo che altri vivono come felice non vuol dire essere ‘sbagliati’ né che per forza ci si debba omologare alle emozioni altrui. Ascoltare quello che provi senza giudicarti può essere prezioso, perché può aiutarti a capire da dove vengono e da dove nascono le sensazioni che ti fanno sentire giù. Cercare il confronto, perché parlare con un’amica o un amico che vive come te questo disagio regala reciproca comprensione.

5) Ricorda che essere felici è una scelta. Il Natale può essere un’occasione di ritrovare gioia e speranza, rilanciare i dadi anche in un periodo difficile. La felicità è soprattutto una decisione, uno stato mentale, e può essere ‘accesa’ guardando le cose da un punto di vista differente. Prova ad allargare lo sguardo, quindi, per prendere le distanze da sentimenti di autocommiserazione e sensazione di tristezza, puntando il riflettore sulle tue risorse e sulle tue potenzialità. Ricordati che questo è solo un momento di tradizione e transizione, e che passerà, ritrova ad essere determinante anche per l’attività razionale.